La dottoressa Paladino offre sostegno psicologico a tutti coloro che in seguito all'emergenza sanitaria da nuovo coronavirus Sars Cov-2 avvertono un’alterazione del proprio stato psichico e che vivono una condizione di ansia, di stress generalizzato, una maggiore irritabilità, nervosismo, rabbia, problematiche legate al sonno, stati depressivi, angoscia e/o dolore per le perdite subite.
L’intervento è rivolto sia alle persone che hanno subito l’evento critico, ai loro familiari e alle altre persone vicine.
Il sostegno psicologico è inoltre rivolto anche ai sanitari e ai soccorritori coinvolti in prima linea in questa emergenza sanitaria.
La Psicologia dell'emergenza è il settore della psicologia che si occupa degli interventi clinici e sociali in situazioni di calamità, disastri ed emergenza/urgenza. Più in generale, è la disciplina che studia il comportamento individuale, gruppale e comunitario in situazioni di crisi come pandemie, catastrofi, terremoti, incendi, alluvioni, incidenti stradali, aerei, navali, incidenti sul lavoro, violenze fisiche, sessuali, e lutti.
Un evento traumatico in genere porta sempre con sé il rischio di una ferita psichica che nel tempo può determinare reazioni di panico, disturbi post traumatici da stress, depressione, disturbi ossessivi, reazioni psicotiche ed altri stati di alterazione psicologica. Proprio queste consapevolezze relative alla traumatologia psichica ci devono impedire di rimanere passivi ed inerti davanti alla sofferenza psichica e indurci a chiedere aiuto ad uno specialista psicologo e psicoterapeuta.
Perché la necessità del supporto psicologico in relazione al Covid 19?
La pandemia determinata dal nuovo coronavirus Sars Cov-2 rappresenta una situazione di crisi e a questa possono essere collegati condizioni stressogene fortemente traumatiche ed episodi di stigmatizzazione sociale e discriminazione, in particolare nei confronti delle persone che sono state contagiate e dei loro familiari, nonché nei confronti degli operatori sanitari e di coloro che lavorano in prima linea. È dunque necessario intraprendere delle azioni per ridurre lo stigma e la discriminazione durante le diverse fasi dell’emergenza ed è importante intervenire in modo mirato per promuovere l’integrazione delle persone che sono state colpite dal virus.
Questa pandemia, oltre ad essere una grande emergenza sanitaria, ha determinato anche una relativa emergenza psicologica ed è necessario e fondamentale porre l’accento sulla salute mentale e garantire un supporto psicologico, psicoterapico e psichiatrico con l’obiettivo di aiutare chi ne ha bisogno ad affrontare il trauma dell’emergenza Covid-19 e le possibili conseguenze. È fondamentale favorire le persone nel rinforzare l’autostima e nel ritrovare la forza psichica e la determinazione necessarie per fronteggiare al meglio le criticità del momento e avere così una risposta resiliente e più adattiva. Bisogna intervenire prontamente anche per evitare il verificarsi di un disturbo da stress post traumatico (PTSD) la cui cronicizzazione implica una terapia e un miglioramento più lungo e difficile.
La pandemia inoltre ci vede coinvolti in un susseguirsi di fasi che mettono a dura prova la psiche di ognuno di noi. La fase del lockdown ha determinato un cambiamento drastico degli equilibri legati alle relazioni nella sfera intima e sociale, professionale e pubblica, ha prodotto una sospensione della normalità che ha generato reazioni psicologiche sia individuali che collettive. Intere famiglie si sono ritrovate a dover rimodulare le proprie abitudini di studio e di lavoro in spazi spesso troppo piccoli e coinvolti in una convivenza forzata per mesi con un conseguente impatto sulle relazioni intrafamiliari. La didattica a distanza, lo smart working, la perdita del lavoro, il distanziamento sociale, l’isolamento di chi si è ritrovato solo in casa, la preoccupazione e la paura di ammalarsi hanno scosso notevolmente la psiche umana. La successiva fase 2 ha poi aggiunto nuovi vissuti: un generale senso di disorientamento, l’incertezza per il domani, la paura del contagio nel riprendere le precedenti attività personali e lavorative, il senso di insicurezza e smarrimento hanno contribuito ad appesantire uno stato psichico già fortemente provato. La fase 3 sembra essere un ritorno ad una “nuova normalità” che necessità però di tempo per consentire un adattamento più funzionale possibile.
A tutto ciò bisogna poi aggiungere il vissuto di perdita che ha accompagnato questa pandemia: perdita delle proprie abitudini, delle certezze pre-covid, perdita del lavoro per alcuni ma soprattutto perdita di affetti, di persone amate, di familiari e amici.
Il lutto dovuto alla pandemia, date le specificità del periodo e le limitazioni imposte, può risultare più complesso, necessitare di tempi diversi e può rendere più difficile il processo di elaborazione del lutto stesso, ed è per questo che può rendersi necessario uno specifico sostegno psicoterapico.